L’opera si presenta con un approccio meno puntuale al dato reale, ed uno sforzo di reinterpretazione di modelli di frequente utilizzo nell’ambito delle botteghe napoletane specializzate in vedute di paesaggi privi di una effettiva identità.
L’autore rivela di aver subito forti suggestioni dalle soluzioni adottate dal Martoriello. Infatti, un’apertura paesaggistica in primo piano segnata da terreni privi d’erba dove costruzioni diroccate e speroni di rocce inserite all’interno della composizione accompagnano una visione prospettica caratterizzata da una notevole profondità di campo.
Paesaggi
La pittura di paesaggio come forma di rappresentazione autonoma nacque in ambito fiammingo nella seconda metà del ‘500, per estendersi al resto d’Europa ed affermarsi definitivamente come “genere” pittorico autonomo nel corso del ‘600, grazie soprattutto alla rivoluzione “classicista” e naturalista operata prima dai Carracci e poi da Poussin e Lorrain, ad un complesso rapporto di scambi e crescita culturale, legate alle vicende del Gran Tour, e ad un particolare interesse suscitato presso i collezionisti e gli estimatori d’arte.
Per i paesaggi in esposizione si procede secondo le linee di tendenza divenute prevalenti nel primo Settecento, considerando il grado di ancoraggio alla tradizione seicentesca.