via Mercanti, 63, Salerno.
Nel cuore del centro storico di Salerno, al piano nobile del secentesco Palazzo Pinto, dal 2001 ha trovato dimora permanente la Pinacoteca Provinciale di Salerno, la cui raccolta di opere pittoriche è fondamentale per la conoscenza della storia dell’arte locale e del territorio circostante.
Sin dall’inizio la Provincia di Salerno ha avuto un ruolo centrale per il recupero del patrimonio archeologico e storico-artistico dopo le devastazioni del secondo conflitto mondiale.
La storia della Pinacoteca si snoda in un arco di tempo nel quale si sono verificati due conflitti mondiali. Tra il 1927 e il 1938 furono recuperate opere databili da XV al XVIII secolo, alle quali si aggiunsero gruppi dipinti, per la maggior parte della seconda metà dell’Ottocento e dei primi del Novecento.
Data inizio: XVII Secolo.

Questo corpus, nel corso della fine degli anni Novanta, viene ampliato con la sezione dedicata agli artisti stranieri.
Palazzo Pinto sorge nel cuore del centro storico cittadino di Salerno, lungo una delle sue arterie viari principali, la via dei Mercanti, storicamente sede di numerose e prestigiose attività commerciali e artigianali.
Dimora della famiglia Pinto fino al 1910, nobile famiglia di origine normanna le cui prime attestazioni risalgono agli inizi del 1200, ascritti almeno dal XVI secolo al seggio di Portanova.
L’impianto attuale dell’ edificio risale a non oltre la metà del XVII secolo: da tale data in poi, vi fu un graduale ampliamento della dimora, tramite l’acquisizione di altri edifici confinanti a sud e la copertura di una loggia al primo piano, realizzando così una sede nobiliare ben più ampia.
Particolare attenzione è riservata al prospetto su via dei Mercanti che, con utilizzo di registri architettonici, armonizza l’articolato complesso, rappresentando uno dei più equilibrati esempi di facciate tra le dimore gentilizie salernitane.

Nel catasto onciario del 1754 si può leggere una descrizione dello stabile e si evince che il proprietario dell’epoca fosse Don Matteo Pinto.
Altri documenti testimoniano modifiche realizzate nel XVIII secolo. All’interno dell’androne, sul lato sinistro, si trovano le scale di accesso al palazzo.
Il 15 marzo 1944, durante la presenza del Governo Badoglio I, fu fondato, con sede a palazzo Pinto, l’Istituto Superiore di Magistero di Salerno, primo passo della rinascita degli studi universitari della città Dal 1910 al primo piano ha ospitato la biblioteca provinciale fino al 1961.
A seguito del sisma del 1980, l’edificio è stato oggetto di interventi di restauro. Dal 2000 sono stati eseguiti lavori di consolidamento dei solai, di restauro degli Impianti e finiture dell’androne e del primo piano, i cui locali ospitano, dal febbraio 2001 la Pinacoteca Provinciale di Salerno.

Visitando le sale in cui sono esposti i dipinti, si assiste ad un’affascinante galleria di raffigurazioni sacre, paesaggi, nature morte, ritratti, raggruppati in cinque famiglie:
- Dal rinascimento meridionale al tardomanierismo, sala che espone le pregevoli tavole di Andrea Sabatini da Salerno e del Maestro della Incoronazione.
- Dal naturalismo caravaggesco al tardobarocco giordanesco, con le interessanti tele seicentesche di Giovanni Battista Caracciolo, Andrea De Lioni, Carlo Rosa di Eboli.
- Dall'Accademia del Solimena alla pittura di genere, con numerose tele settecentesche di Francesco Solimena e della sua Accademia.
- Dalla seconda metà dell’800 alla prima metà del ‘900, con le opere di autori salernitani ed amalfitani, quali Tafuri, Avallone, Capone, ecc.
- Le opere di artisti stranieri, per la maggior parte tedeschi, che vissero in Costiera nel periodo fra le due guerre mondiali, come Irene Kowaliska e Monica Hannasch, che amarono coltivare anche l’arte della ceramica
L’esposizione si articola in tre sezioni, suddivise secondo un criterio cronologico:
- La prima sezione ha opere dal Quattrocento al Settecento ed occupa le sale A,B,C.
- in Sala A: Cultura artistica rinascimentale.
Si abbraccia un periodo di grande importanza cha va dallo sviluppo della cultura artistica rinascimentale, nella quale emergono una oncezione dello spazio e del coloro nella ricerca della perfezione prospettica, alla pittura di maniera, in cui l'artista riprende il inguaggio dei grandi maestri ricercando la complessità per dimostrare la prenseza con contrasti molto forti.
- in Sala B: Naturalismo caravaggesco.
Il gruppo pittorico che va dal XVII al XVIII secolo comprende opere che si rifanno naturalismo caravaggesco. Alcuni esempi sono Salomè con la testa del Battista della bottega di Battistello Caracciolo e il mezzo busto di San Paolo di una seguace del Caracciolo. Appartengono a questo gruppo anche l'Apparizione di San Giacomo di Andrea De Lione e le tele raffiguranti temi del vecchio testamento.
- in Sala C: Arte pittorica settecentesca
La produzione pittorica settecentesca prende avvio dall’ambito più strettamente figurativo per poi articolarsi in una serie di ulteriori generi artistici, quali il religioso, i ritratti, le nature morte, le scene di genere e i paesaggi.
- La seconda sezione ha opere degli artisti Salernitani e dei Costaioli ed occupa le sale D,E.
- in Sala D: Salernitani e Costatoli.
Il percorso della Sezione Salernitani e Costaioli, i cui quadri sono esposti fin dall’inaugurazione nella Pinacoteca Provinciale di Salerno.
Il continuo acquisto di dipinti, da parte dell’Amministrazione Provinciale di Salerno, consente ai visitatori un’ampia panoramica degli artisti vissuti nel territorio salernitano tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del novecento.
La sezione espone opere a partire dal 1927, data che segna la chiusura della Prima mostra fra artisti del Salernitano. Appartiene a questa sezione un gruppo di dipinti raggruppati sotto il nome di Salernitani e Costaioli, essendone autori artisti nativi di Salerno e della costiera amalfitana: i salernitani Raffaele Tafuri, Gaetano Esposito, Gaetano d’Agostino, Pasquale Avallone, Guglielmo Beraglia, Olga Schiavo, Clemente Tafuri, Olga Napoli, Paolo Signorino, Guido Gambone e Carmine De Angelis e i costaioli Gaetano Capone, Antonio Ferrigno, Luigi Paolillo, Luca Albino, Manfredi Nicoletti.
Il percorso espositivo traccia un itinerario di tipo tematico e non per autore, suggerendo come artisti si ispirassero tutti a temi ricorrenti, che vanno dai passaggi a folclore locale, ai ritratti di parenti, amici o notabili.
- in Sala E: La saletta decorata.
In una saletta decorata, successiva alla sala D dei Salernitani e dei Costaioli, domina il ritratto di Gennaro Pinto, che generosamente donò il primo piano del suo palazzo alla Provincia di Salerno.
Al ritratto del donatore si affiancano immagini pittoriche, della fine Ottocento, di alcuni interni dello stesso Palazzo Pinto, attraverso i quali si ha una immagine autentica di come si presentava l’antico palazzo quando era abitato dalla famiglia del barone Pinto.
- La terza sezione ha opere degli artisti stranieri e occupa la sala F.
- in Sala F: La sezione degli artisti stranieri.
L’Ottocento vede l’ingresso della provincia salernitana nel panorama del viaggio europeo: i dirupi a strapiombo, le torri costiere in rovina e la difficile praticabilità della fascia del “lunato golfo di Salerno” colpiscono l’immaginario romantico degli stranieri che cominciano a prediligere la costa di Amalfi.
Il territorio della provincia di Salerno è sempre stato meta prediletta per gli artisti stranieri dal Grand tour. Il Grand tour era viaggio di formazione per artisti e intellettuali dell’aristocrazia iniziato nel XVII secolo e continuato fino alla seconda guerra mondiale. Nell’epoca barocca, l’interesse per il territorio salernitano fu dovuto al rinnovato interesse nei confronti della magna-grecia in seguito alla riscoperta di Paestum.
Dopo il secondo conflitto mondiale, di grande interesse è stata la costiera amalfitana. Tema ricorrente nelle opere degli artisti che raffiguravano la costa di Amalfi erano le scene di vita quotidiana e i paesaggi.
Una sezione è dedicata agli artisti stranieri, di particolare importanza in una provincia come quella salernitana che dal Cilento alla Costiera amalfitana è stata percorsa dagli eredi del Gran Tour e formatasi a seguito di numerosi lasciti, donati da congiunti o amici degli artisti che qui realizzarono le opere esposte come quelle Stefan Andres, Kurt Craemer, Richard Dölker, Monica Hannasch, Irene Kowaliska, Bruno Marquardt , Vassilij Necitailov , Lisel Oppel , Karli Sohn – Rethel, Michael Theile La sezione dedicata agli stranieri fu realizzata in occasione della presentazione di un gruppo di opere acquisite dalla Provincia di Salerno dell’artista Peter Wilburger.
- Si ringrazia Ing Gioita Caiazzo, dirigente del settore settore Reti e Sistemi Cultuali della Provincia di Salerno, per n.o. alla diffusione digitale.
- Si ringrazia Lucio Afeltra per la collaborazione fattiva e per la stesura del testi.