Madonna con Bambino e San Giovannino


(olio su tela 103x76 cm).


Leonardo Antonio Olivieri

Secolo XVIII (prima metà).

La figura della Vergine, in cui emergono chiari riferimenti alle soluzioni pittoriche del Maratta, conferma la stretta adesione alla produzione solimeniana degli anni ’20 mediante un graduale consolidamento formale, avvalorato dall’impianto chiaroscurale, che si riscontra in questa opera. Il ritratto nell’ambito della produzione artistica, presente sin dall’antichità ai giorni nostri, è un’opera che raffigura un individuo caratterizzato dal preciso riferimento fisiognomico o da elementi simbolici che ne consentono l’identificazione. L’esigenza della propria raffigurazione è stata avvertita da sempre e la ritrattistica come genere è connessa alla stessa nascita ed affermazione dell’arte come necessità creativa.

Produzione religiosa

Il primo gruppo di opere è di chiaro riferimento all’Accademia fondata da Francesco Solimena alla fine del Seicento. Caratterizzato dai modelli romani - da Raffaello a Maratta-e bolognesi – i Carracci e i loro discepoli – diviene pertanto il perno intorno a cui gravita l’orientamento delle diverse generazioni che entrano in contatto con il Solimena nella rima metà del secolo XVIII. Grazie all’ampia diffusione di tale produzione nei territori periferici, legati alla lezione solimeniana da parte dei suoi discepoli – quali il Tomajoli e il de Majo – e dei suoi seguaci – Francesco Narici -, meritano adeguata considerazione le tendenze alternative, a partire da quelle che fanno capo al pittore cilentano Paolo de Matteis. Rispetto alle citate linee di tendenza trovano spazio alcune espressioni legate ad un diverso orientamento, in parte rivolto al recupero della visione di Francesco De Mura, come emerge dal dipinto attribuito al Bardellino, in parte alla riaffermazione dei valori cromatici di stampo giordanesco, riequilibrati in chiave rococò.


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