Mia madre


(pastello su carta 61x46 cm).


Mario Carotenuto

anno 1941.

Il suo confronto con la realtà, il piacere iconico nel decifrarla, anche lì dove per breve condotto verso un realismo oggettuale, è stato l’interrogativo più alto e, soprattutto attuale, che egli ha posto alla pittura. Carotenuto ne ha celebrato la componente illusiva, privilegiando la strada di immagini riconoscibili o apparentemente tali, il suo rifugio per assecondare l’enigma del vedere come frutto non di istinto, ma di conoscenza: un cammino su cui ha costruito il proprio mestiere, affondando nell’uso sapiente della tecnica, nel significato e nel peso dei colori. Una storia che ha saputo ricondurre al presente, sottraendolo alla banalità, con la leggerezza propria dell’intelligenza. Il dipinto manifesta l'adesione dell’artista a una indagine psicanalitica del soggetto. Seppur con una trascrizione attenta dei dettagli realistici, la composizione ha una forza simbolica, in grado di richiamare il poetico “concetto” della maternità universale.


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